domenica 13 settembre 2009

Guida alle messe

Ho fatto la prima comunione a quarantatre anni. Il mio parroco, Don Raffaele Ruocco, a S.Giacomo in Augusta, mi disse una volta che a chi si comunica tutti i giorni, nella propria parrocchia, capita quando lo fa in un’altra chiesa di aver la sensazione di mangiare al ristorante. Ed infatti Camillo Langone, autore di questo imperdibile volumetto, Guida alle Messe edito da Mondadori, scrive nella sua mirata poliedricità, di enogastronomia, letteratura e religione. Le sue recensioni pubblicate su Il Foglio sono ora raccolte in questo libro, concepito come una guida gastronomica con le chiese d’Italia in luogo dei ristoranti. Al posto delle forchette e dei bicchieri troviamo candele e messali, da uno a cinque. Le prime valutano l’arredo della chiesa mentre i secondi servono a giudicare la qualità della messa. Sì perché secondo Langone pensare che le messe siano tutte uguali è concesso solo a chi l’ultima volta che ci è andato aveva quattordici anni, ovvero a chi da quattordici anni frequenta la stessa parrocchia. Io aggiungerei (ahimè) che la pensano così l’ottanta per cento di quelli che semplicemente hanno quattordici anni. A me che da soli sette, capita di frequentare chiese a scopo devozionale ed ovunque vada ne cerco (e trovo), la lettura di Guida alle Messe è apparsa dalle prime pagine come apocalittica. Il nutrimento che si cerca a messa è destinato all’anima ed il giudizio concerne luoghi e le modalità in cui questo viene offerto. Che sono spesso inadeguati quando non decisamente impropri. Il libro è articolato in capitoli succulenti: Umano(troppo umano?); Eterni anni settanta (chitarre e tamburelli); Mediatiche(chiese al plasma); si va dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, dissertando di storia dell’arte, poesia, architettura e misticismo con un umorismo freddo ma irresistibile che è davvero la ciliegina sulla torta. Una su tutte. San Giovanni Rotondo, chiesa di San Pio da Pietralcina. Voto 1 candela e 2 messali: ” Tre ragazze, comodamente sedute sulle panche dell’immane edificio, impiegano il tempo della messa per darsi lo smalto alle unghie. Anche i frati cappuccini si stavano dando lo smalto alle unghie quando hanno accettato il progetto di Renzo Piano, col Santissimo emarginato e minimalista (quindi non cattolico) e le panche prive di inginocchiatoi. I fedeli che si inginocchiano sono costretti a farlo per terra: Dio li vede e li salverà in virtù di questo gesto nello stesso giorno del giudizio in cui manderà all’inferno l’architetto e i frati.” Chapeau. Vengono in mente Roald Dahl, Alan Bennet, ed invece stiamo parlando di un critico italiano che con assoluta competenza ed una certa dose di dolore discorre dei riti della Chiesa Cattolica. Il dolore nel trovarsi davanti a candele finte, acquasantiere vuote, sedie (di plastica) in luogo di panche con inginocchiatoi e tante altre offese alla liturgia ed al buon gusto. Ma le annotazioni di Langone non sono soltanto liturgiche e scopriamo per esempio, nel capitolo Eterni anni settanta che a Maiori (Amalfi) , chiesa di Santa Maria a Mare, voto 3 candele e 2 messali, “ Ogni brano inizia con accordi di chitarra somigliantissimi alla battistiana Canzone del sole. Tornano in mente le pomiciate in spiaggia poi però entra il coro, si battono le mani e la macchina del tempo deposita i presenti dalle parti di Hair. ….E’ molto hippy cantare il Padre Nostro cambiandone le parole per seguire la musica, tenendosi la mano per entrare tutti insieme nell’Età dell’Acquario. Alla consacrazione non si inginocchia quasi nessuno. Ovvio: non ci si inginocchia ai musical. …Alla predica il prete si trasforma nel James Brown del film The Blues Brothers: scende dal presbiterio ed impugnando il microfono corre da tutte le parti, parla coi bambini…Fin quando Don Brown non riemerge gridando:” Son tornate le guerre sante! Noi stiamo uccidendo in nome di Dio!” Come parli, prete? In nome di Dio noi cristiani non stiamo uccidendo. Siamo uccisi.” Dio ti benedica, Camillo Langone. Una voce nel deserto, una risposta al mio peregrinare per chiese ascoltando schitarrate e triccheballacche di fronte a un altare alle cui spalle magari, intristivano mute, le canne di un bell’organo seiecentesco. Segnalo anche all’autore la chiesa di S.Andrea a Castiglioncello in Toscana, dove nell’omelia della messa pasquale ho ascoltato il prete snocciolare perle quali: “…un Dio che non se la tira!” Oppure: “…questo Gesù burattino “. Da neoconvertito mi chiedevo come fosse possibile che nessuno dicesse qualcosa. Ora qualcuno lo ha fatto .
Ma fortunatamente pur nell’italica approssimazione di fedeli che non si inginocchiano , che prendono l’Ostia “…con le zampacce.” O addirittura “ …si servono da soli a buffet” ci sono anche tanti luoghi dove incontrare Gesù è possibile , per esempio a Montalcino : “Non conosce il culto divino chi non è mai stato a S. Antimo….sette frati adoranti che spingono ad adorare: qui nessuno si sogna di non inginocchiarsi. Predica esemplare, breve, aderente al vangelo, bellissima, che ci trasforma tutti in Re Magi alla ricerca di una madre e di un bambino.” Questo libro è un intervento importante che dovrebbe avere un qualche riscontro istituzionale dalla Chiesa e che ci pone dinanzi implicitamente, anche le responsabilità politiche della diseducazione religiosa. Infatti se Langone lamenta una scarsa attenzione ( ignoranza) tra coloro che le messe le celebrano e le ascoltano, la situazione ( ancora l’ignoranza) in chi si professa non credente va molto oltre, anche tra persone di livello culturale non infimo. Non saper nulla di religione del resto rientra nei diritti del cittadino. Quando negli anni ottanta (1985) , con l’acquiescenza della santa sede, passò la sciagurata legge che rendeva facoltativo l’insegnamento della religione nella scuola italiana, tra le molte voci che si levarono in favore di tale iattura, vi fu quella di Umberto Eco nella sua rubrica sull’Espresso: “…se l’insegnamento della religione si identifica con il catechismo cattolico allora è nello spirito della Costituzione che sia facoltativo.” Fedele d’Amico sullo stesso giornale gli rispose: “Nello spirito, anzi nella lettera della Costituzione è che sia facoltativo praticare una religione piuttosto che un’altra o non praticarne affatto, non che lo sia l’ignoranza della religione…. La dottrina cattolica è storicamente alle basi immediate della “nostra” storia culturale , italiana ed europea, che fino a ieri si è tutta svolta in rapporto con essa, concorde o discorde fa lo stesso (come spiegare chi erano gli Ugonotti, o Lutero, a chi di dottrina cattolica non sappia nulla?).” Parole sante, con rispetto parlando. Certo oggi la nostra è una società multireligiosa ma a maggior ragione dovremmo essere più informati sull’argomento. Come possiamo pretendere di rispettare le altrui radici quando non conosciamo neanche le nostre? E non si tratta di essere credenti o meno ma ignoranti o no. Ecco perché Guida alle messe è un libro che andrebbe letto nelle scuole (dopo avervi ripristinato l’insegnamento della religione) dove invece oggi, ragazzini privati di quel nutrimento, quel cibo per l’anima che solo la religione è in grado di offrire, cercano in surrogati fatti di maghi e maghetti , sette sataniche e religioni new age, omeopatia e droghe varie, quella speranza di uscire dal mondo materiale che è il nodo centrale delle nostre esistenze. A Langone un solo appunto: il suo sens of humor è decisamente british, in odore di protestantesimo. Attenzione!

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